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null L’ARPA Lazio a supporto dei NAS per controlli Covid nei supermercati del Lazio

Dopo le attività a supporto dei Carabinieri dei Nuclei antisofisticazioni e sanità (NAS) di Roma, Rieti, Viterbo, Latina e Frosinone per la campagna straordinaria di controllo relativa alle misure di contenimento della diffusione del Covid-19 sui mezzi pubblici di trasporto (se ne era parlato qui), l’ARPA Lazio ha nuovamente collaborato con i NAS nell’ambito di una nuova campagna che questa volta ha interessato alcuni supermercati del Lazio.

Tra il 13 e il 19 aprile il personale tecnico dell’Agenzia ha eseguito tamponi ambientali di superficie all’interno di alcuni esercizi commerciali nei cinque capoluoghi di provincia del Lazio, in particolare sui punti identificati come potenzialmente critici, quali maniglie dei carrelli della spesa, tastiera della bilancia dell’ortofrutta, maniglie di frigorifero e tastiere del POS presso le casse. I campioni raccolti sono stati analizzati dal personale del laboratorio di biologia molecolare dell’Unità laboratorio sanitario di Roma, afferente al Servizio ambiente e salute del Dipartimento prevenzione e laboratorio integrato dell’ARPA Lazio.

La metodologia impiegata prevede una fase di estrazione dell’RNA dal tampone e una fase di amplificazione genica a singolo test con tecnologia LAMP (loop-mediated isothermal amplification), mirata ai geni N ed S dell’RNA del virus SARS-CoV-2. Il sistema rileva fino a 2 copie /mL di RNA bersaglio. La prova è qualitativa e restituisce il risultato in termini di presenza o assenza di RNA del virus SARS-CoV-2 nell’estratto da tampone, ma non è in grado di quantificarlo o di fornire indicazioni sulla sua capacità di contagio.

Nel corso della campagna sono stati eseguiti 79 tamponi, di cui 30 a Roma, 16 a Latina, 15 a Frosinone, 9 a Rieti e 9 a Viterbo. Dalle analisi è risultata la presenza di RNA del virus in 6 dei 79 tamponi analizzati (7%). Le positività hanno riguardato il tastierino del POS, il tornello di ingresso, le maniglie dei carrelli e quelle dei frigoriferi.

Come già indicato, la metodologia utilizzata non consente di avere riscontri relativamente alla quantità di virus presente, né alla sua potenziale capacità infettante, ma ha comunque permesso di confermare la presenza del virus SARS-CoV-2 in ambienti frequentati. Ulteriori informazioni utili ad identificare i punti più a rischio si potrebbero ricavare da una indagine allargata, con numeri più consistenti  e con punti di campionamento standardizzati per tutti gli esercizi commerciali.