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Le attività dell’ARPA Lazio per l’incendio a Cassino

In relazione all'incendio che si è verificato il 10 maggio 2025 in un magazzino del centro commerciale Panorama a Cassino (FR), l'ARPA Lazio ha installato un campionatore per il monitoraggio della qualità dell'aria, strumento necessario per verificare l'eventuale presenza in aria di sostanze chimiche inquinanti.

Le procedure standard in occasione di incendi prevedono la ricerca di diossine, IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e PCB (policlorobifenili), in quanto si tratta delle sostanze che generalmente possono formarsi a seguito di eventi di questa natura.

Gli esiti delle analisi vengono tempestivamente condivisi con l’autorità sanitaria e successivamente pubblicati e diffusi attraverso i canali dell’ARPA Lazio nell'ottica di garantire trasparenza e il più ampio accesso alle informazioni ambientali.

Per indicazioni su questioni di natura sanitaria e su comportamenti da seguire in conseguenza dell'incendio è necessario fare riferimento alle comunicazioni ufficiali del Comune di riferimento.

Le attività di monitoraggio sono concluse.

In allegato sintesi sintetica con i risultati delle analisi

Il POA Acquacentro e i corpi idrici sotterranei del Lazio: una giornata informativa

L’ARPA Lazio, in collaborazione con la Società di geologia ambientale SIGEA-APS e l'Odine dei Geologi del Lazio, ha organizzato una giornata informativo-divulgativa sul tema delle acque sotterranee del Lazio con interventi di tecnici esperti, professori universitari e rappresentanti delle amministrazioni locali.

L’incontro si terrà lunedì 26 maggio presso l’aula magna della sede operativa dell’ARPA Lazio di Roma, in via Saredo 52, e si collega alle attività svolte dall’Agenzia in relazione agli accordi tra pubbliche amministrazioni che la stessa ARPA Lazio ha sottoscritto con la Direzione regionale ambiente e con l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale  nell’ambito del progetto “Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale - Interventi per il miglioramento della qualità dei corpi idrici - ACQUACENTRO” (a valere sul Piano Operativo Ambiente FSC 2014-2020 – sotto piano “Interventi per la tutela del territorio e delle acque” CUP F42G16000000001).

Nel dettaglio, l’Agenzia, che – su mandato della Regione Lazio – svolge il monitoraggio di 47 corpi idrici sotterranei attraverso una rete di 148 punti, è direttamente coinvolta nelle linee di intervento L1 e L2 del progetto attraverso le seguenti azioni da svolgere nel triennio 2023-2025 all’interno della porzione regionale del distretto idrografico dell’Appennino centrale:

  • Implementazione delle reti di monitoraggio dei corpi idrici superficiali e sotterranei;
  • Analisi delle pressioni e degli impatti sui corpi idrici sotterranei carbonatici.

Nel corso della giornata, verranno quindi illustrati la natura del progetto Acquacentro e gli obiettivi perseguiti, e verranno esposte le valutazioni sui dati preliminari riferiti al primo periodo di attività. Sarà possibile seguire i lavori in streaming registrandosi a questo indirizzo: https://geologilazio.it/formazione/reg/2025045/stato-dell-arte-sul-monitoraggio-dei-corpi-idrici-sotterranei-nel-lazio-online-PROGRAMMA

In allegato locandina dell’evento con programma degli interventi

Le attività dell’ARPA Lazio per l’incendio a Tivoli/Guidonia

In relazione all'incendio che si è verificato il 7 maggio 2025 in un'area compresa tra i comuni di Tivoli e Guidonia, l'ARPA Lazio ha effettuato un primo sopralluogo e ha subito installato un campionatore per il monitoraggio della qualità dell'aria, strumento necessario per verificare l'eventuale presenza in aria di sostanze chimiche inquinanti.

Le procedure standard in occasione di incendi prevedono la ricerca di diossine, IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e PCB (policlorobifenili), in quanto si tratta delle sostanze che generalmente possono formarsi a seguito di eventi di questa natura.

Gli esiti delle analisi vengono tempestivamente condivisi con l’autorità sanitaria e successivamente pubblicati e diffusi attraverso i canali dell’ARPA Lazio nell'ottica di garantire trasparenza e il più ampio accesso alle informazioni ambientali.

Per indicazioni su questioni di natura sanitaria e su comportamenti da seguire in conseguenza dell'incendio è necessario fare riferimento alle comunicazioni ufficiali dei Comuni di riferimento.

Le attività di monitoraggio sono concluse.

In allegato sintesi sintetica con i risultati delle analisi al momento disponibili

Il fenomeno delle schiume in mare e le attività dell’ARPA Lazio

Nel bimestre marzo-aprile, in collaborazione con la Guardia Costiera, sono state condotte le prime indagini del 2025 su campioni di schiume prelevati nella provincia di Latina, anche a seguito di numerose segnalazioni da parte di cittadini allarmati dallo stato delle acque, ed è stato riscontrato un progressivo aumento delle abbondanze fitoplanctoniche, favorito anche dal repentino aumento delle temperature. L’analisi microscopica condotta sul campione prelevato il 25 aprile nelle acque del comune di Terracina, ad esempio, ha evidenziato abbondanze fitoplanctoniche superiori a 2.000.000 cell/l e presenza di aggregati mucillaginosi ricchi di pollini, responsabili della caratteristica colorazione marrone della schiuma, mentre le analisi microbiologiche non hanno rilevato alcuna contaminazione batterica.

La presenza, durante la stagione balneare, di schiume, di colorazione varia, può avere origini e natura diverse. L’allegato consultabile a fine pagina ne offre una descrizione dettagliata. In sintesi, a livello generale, le schiume sono un fenomeno naturale che si verifica quando una sostanza in forma gassosa viene inglobata all'interno di un'altra in forma liquida: in mare, il moto ondoso e le correnti superficiali associate all'azione del vento favoriscono la dispersione di piccole bolle di aria all'interno dell'acqua. Queste formazioni di origine naturale generalmente non rappresentano di per sé un pericolo per la salute umana, ma è buona norma evitare immergersi in presenza di schiume abbondanti, a causa della possibile presenza di microorganismi irritanti che vi si possono associare.

Schiume bianche possono essere generate da sostanze tensioattive naturali: prodotti organici, essenzialmente di natura proteica, che si formano in seguito a normali processi fisiologici di alcuni organismi. Questi prodotti sono sempre presenti in mare ma in particolari periodi dell’anno, soprattutto in primavera e estate, la loro concentrazione può aumentare notevolmente. Schiume di colorazioni marroni o rossastre possono includere microorganismi fitoplanctonici, alcuni dei quali potenzialmente tossici. Inoltre, la colorazione marrone delle schiume che si può riscontrare in questo periodo dell’anno (aprile-maggio), è determinata spesso dalla presenza di pollini. L’intensa proliferazione di alghe microscopiche, che si verifica naturalmente dalla primavera fino all’inizio dell’inverno, è spesso anche responsabile anche delle colorazioni anomale delle acque (verde, giallo, marrone).

Oltre alle attività specifiche relative alle schiume, l’ARPA Lazio effettua regolarmente monitoraggi e controlli durante tutto l’anno a tutela delle risorse idriche e dell'ecosistema marino; inoltre, da aprile a settembre di ogni anno, anche le acque destinate alla balneazione sono oggetto di campionamento e analisi da parte dell’Agenzia, per assicurare ai bagnanti che non vi siano rischi per la loro salute: la normativa prevede la ricerca dei parametri microbiologici Enterococchi intestinali ed Escherichia coli e il monitoraggio delle specie fitoplanctoniche potenzialmente tossiche. Quando le analisi evidenziano possibili rischi per la sicurezza dei bagnanti, l’ARPA Lazio comunica tempestivamente i risultati al Ministero della Salute e al Comune interessato, il quale avvierà l’iter di chiusura della balneazione.

Controllo ambientale delle emissioni climalteranti da discarica: risultati del progetto GARMOSAT

A poco più di un anno dal suo avvio formale, ARPA Lazio ha messo a punto un sistema di consultazione dati online in tempo reale per stimare le emissioni di gas climalteranti, mediante GARMOSAT (GARbage MOnitoring SATellite) un progetto che sviluppa servizi innovativi integrando dati satellitari e misure a terra.

Il progetto proposto da ARPA Lazio, che vede anche la partecipazione di partner attivi nel campo dell’Earth Observation e della ricerca, è stato selezionato nella prima Call for Ideas dell'iniziativa I4DP_PA (Innovation for Downstream Preparation – Public Administration) e si avvarrà quindi del cofinanziamento dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Il progetto ha prodotto un sistema di supporto decisionale fondamentale per il controllo efficace delle emissioni fuggitive di metano da discarica e la pronta risposta da parte degli enti preposti alla salvaguardia dell’ambiente mediante interventi mirati sul territorio.

L’area di studio scelta è una porzione all’interno della discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa, che è stata per molti anni il principale sito di smaltimento dei rifiuti urbani del territorio comunale di Roma. Nell’area, attualmente in “gestione post‑operativa”, vengono effettuati con cadenza mensile campionamenti di composti organici volatili con flussimetro da campo e acquisizione di dati attraverso droni attrezzati con sensori specifici. Tutti i dati raccolti sono spazializzati mediante algoritmi previsionali e integrati con informazioni satellitari provenienti dalle costellazioni ESA Copernicus e ASI PRISMA, cosi da costituire un modello operativo efficace per l’individuazione immediata di hot-spot emissivi di gas serra.

“L’iniziativa di introdurre metodologie innovative quali quelle per l’Osservazione della Terra e l’utilizzo dei droni a supporto delle attività dell’ARPA Lazio – spiega il Direttore generale, dott. Tommaso Aureli – è fondamentale e ormai imprescindibile per il controllo delle fonti di pressione ambientale e il monitoraggio degli impatti sulle matrici, in grado di dare una risposta di sostenibilità rapida ed efficace ai cittadini e alle Istituzioni. Il progetto Garmosat – conclude Aureli – si inserisce in un contesto mondiale che considera essenziali il monitoraggio e il contenimento delle emissioni di metano, ma è anche espressione di un cambiamento di passo dell’ARPA Lazio nello sviluppo di strumenti in linea con l’innovazione tecnologica e, allo stesso tempo, fa parte di un percorso che l’Agenzia ha già avviato negli ultimi anni con la partecipazione attiva a progetti di ricerca di livello nazionale e internazionale (anche al fianco di partner del calibro di NASA e ASI) e con l’impegno di far crescere costantemente il proprio know-how tecnico e di formare e aggiornare il suo personale tecnico all’uso delle più avanzate tecnologie disponibili, ovviamente incluse quelle satellitari”.