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Valutazione della componente microbica del particolato

Si avvia alla conclusione il monitoraggio sperimentale avviato a settembre 2020 e che vede la collaborazione tra l’ARPA Lazio e l’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del CNR nell’ambito del progetto “Biogenic characteristics of microparticles in big cities: structure of microbial community pathogenicity and driving factor - Microair”.

Partendo dalle informazioni già note sul forte impatto che l’inquinamento da particolato atmosferico (PM) e la frazione microbica (ovvero la presenza di batteri e funghi ad esso connessa) hanno sulla salute umana, lo scopo di questa specifica ricerca è valutare la componente microbica in tre siti di Roma caratterizzati da differenti livelli di inquinamento: Villa Ada (stazione di background urbano, area green in parco urbano), Arenula (stazione di background urbano, area semi-green residenziale) e Fermi (stazione di traffico urbano).

In ogni stazione sono stati installati 3 strumenti di misurazione:

  • 1 campionatore con flusso a 0,5 L/min per analisi SEM/EDX del PM e analisi di respirazione microbica
  • 1 campionatore con flusso a 2 L/min per analisi chimica elementare della componente inorganica del PM10
  • 1 campionatore con flusso a 10 L/min per la caratterizzazione del microbioma tramite estrazione del DNA.

In ognuno dei tre siti, oltre ai dati raccolti regolarmente dalla strumentazione, sono stati effettuati 4 campionamenti in parallelo (autunno, inverno, primavera, estate) di aria, suolo e foglie di Quercus ilex L. per caratterizzare le comunità microbiche presenti e delineare la loro variazione stagionale e sito-specifica. Da ogni matrice (aria, suolo, foglie) è stato estratto il DNA genomico, sono stati amplificati specifici marker genetici ed è stata fatta una approfondita analisi metagenomica.

Un primo studio preliminare dei dati raccolti indica una predominanza dei batteri nella componente microbica, con particolare abbondanza di quattro phyla: Proteobacteria, Actinobacteria, Bacteroidetes e Firmicutes. I risultati completi e definitivi saranno presentati ai primi di settembre in occasione del XIII Convegno Nazionale sulla Biodiversità.

Monitoraggio dell’aria nel porto di Civitavecchia

A seguito dell’accordo con Comune di Civitavecchia, Capitaneria di porto e Autorità di sistema portuale del mar Tirreno centro-settentrionale, l’ARPA Lazio ha pianificato una campagna di monitoraggio della qualità dell’aria nell’area portuale di Civitavecchia, così come era stato già fatto nel corso del 2020, con lo scopo di acquisire maggiori informazioni sulla situazione nel periodo estivo che vede un aumento del traffico di navi e traghetti.

A partire da martedì 3 agosto, l’Agenzia ha posizionato in prossimità della banchina 18 del porto un mezzo mobile dotato di strumenti per la misurazione degli inquinanti abitualmente considerati per la valutazione della qualità dell’aria: polveri sottili (PM10 e PM2,5), ossidi di azoto, biossido di zolfo, benzene e ozono.

L’attività di monitoraggio è proseguita fino al 7 settembre e i dati raccolti dalla stazione mobile sono stati confrontati anche con quelli provenienti da 2 delle 14 centraline presenti nel comprensorio di Civitavecchia (CV Porto e Fiumaretta) che si trovano a poche centinaia di metri dalla posizione del mezzo mobile.

Il report finale con gli esiti della campagna 2021 è stato pubblicato e può essere scaricato da qui.

La prima campagna era stata effettuata tra il 14 agosto e il 3 settembre 2020 e, sebbene di durata limitata, aveva comunque consentito di raccogliere alcuni primi elementi indicativi. Il report completo della campagna 2020 può essere letto o scaricato da qui.

“Roghi tossici” a Roma: avviato un monitoraggio nell’area del Parco della Caffarella

L’ARPA Lazio, su indicazione della Regione, dal 2017 ha iniziato un’attività di monitoraggio sperimentale dei microinquinanti atmosferici provenienti dai roghi tossici in diverse aree di Roma Capitale. Le prime indagini hanno riguardato le aree di Via di Salone e Via Salviati/La Barbuta.

Un’altra situazione che l’Agenzia ha voluto esaminare con attenzione è quella riguardante la zona del Parco della Caffarella: nel corso degli ultimi anni, l’ARPA Lazio ha infatti ricevuto numerose segnalazioni di cittadini che lamentavano la presenza di fumi e, anche alla luce di una specifica richiesta da parte del Municipio VIII, è stato pianificato un monitoraggio della qualità dell’aria, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità.

La campagna di misurazione – che è iniziata giovedì 8 luglio e durerà alcune settimane – prevede l’uso di diversi tipi di strumenti: campionatori attivi (che aspirano l’aria in modo “forzato”), campionatori passivi (esposti alla naturale circolazione dell’aria) e deposimetri (per raccogliere eventuale materiale deposto al suolo e seguito di precipitazioni). I campioni raccolti saranno analizzati presso i laboratori dell’ARPA Lazio (campionatori attivi e deposimetri) e dell’Istituto superiore di sanità (campionatori passivi) e, una volta completata la fase di analisi, si procederà alla valutazione dei dati.

Nella mappa seguente è rappresentata l’area oggetto di indagine e la localizzazione dei punti di misura.

 

Uso di droni per il monitoraggio ambientale: un corso di formazione che si innesta nel percorso di innovazione tecnologica voluto dall’Agenzia

L’ARPA Lazio, nell’ambito di un percorso di innovazione e miglioramento delle metodologie utilizzate per le proprie attività di controllo e monitoraggio del territorio, ha voluto partecipare attivamente al corso di formazione “Laboratorio Microinnovazione – Dati satellitari e droni per il monitoraggio ambientale” realizzato da Lazio Innova con la collaborazione dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, e della società D-Flight.

L’impulso tecnologico degli ultimi anni ha infatti impresso in particolare ai droni un significativo sviluppo tecnico che li ha fatti divenire, nell’ambito delle attività spaziali di monitoraggio della superficie terrestre a bassa quota, uno strumento efficace poiché possono essere equipaggiati e configurati con attrezzature strumentali di vario tipo (di fatto le medesime con cui vengono dotati aeromobili con equipaggio) a cui si associa però un relativo basso costo d’impiego.

L’impiego di droni potrà consentire interventi in differenti ambiti di utilizzo, come ad esempio il censimento e la ricostruzione volumetrica di discariche abusive, l’individuazione di elementi in grado di compromettere le matrici ambientali, la valutazione di processi di dispersione di inquinanti, il monitoraggio delle acque superficiali e l’approfondimento della geo-conoscenza territoriale.

Il corso è stato articolato in circa 50 ore di singole lezioni di didattica a distanza nelle quali i docenti intervenuti hanno affrontato differenti tematiche che riguardano gli aspetti teorici e pratici nell’impiego di dati satellitari e droni per il monitoraggio ambientale e si è poi concluso il 13 luglio, presso l’Aviosuperficie “Fly Roma” nel Comune di Monte Compatri (RM), con la prova pratica di pilotaggio. I tecnici dell’ARPA Lazio coinvolti nell’iniziativa sono stati suddivisi in squadre e, a seguito di un briefing iniziale e dei controlli pre-volo rituali, hanno effettuato in apposite aree attrezzate alcune manovre di volo con droni sotto la supervisione di istruttori qualificati.

Inaugurata stazione ARPA Lazio monitoraggio dei campi elettromagnetici 5G

È stata recentemente inaugurata la prima stazione pilota dell’ARPA Lazio dedicata al monitoraggio dei campi elettromagnetici generati dai servizi di telefonia mobile e in banda larga. La stazione è stata installata presso la sede di rappresentanza di ARPA Lazio sita in Roma in Via Boncompagni e rappresenterà un formidabile strumento di controllo dell’evoluzione della tecnologia 5G sul territorio cittadino, fornendo i dati necessari per elaborare gli andamenti giornalieri, settimanali e mensili delle emissioni elettromagnetiche presenti nell’area. Oltre al monitoraggio del segnale 5G, la stazione sarà in grado di valutare l’impatto anche di tutte le precedenti tecnologie (2G, 3G e 4G) consentendo così di tracciare un quadro completo dello stato elettromagnetico.

La posizione peculiare dell’installazione, sita in una zona di Roma centrale e ad alto grado di urbanizzazione, garantisce un’elevata rappresentatività dei dati che potranno essere quindi applicati per modellizzare l’andamento dell’impatto CEM in un elevato numero di siti con caratteristiche radioelettriche e urbanistiche simili a quelle dell’area oggetto di indagine.

Durante i test preliminari per la verifica di funzionalità successivi all’installazione, la stazione di monitoraggio è stata avviata per un periodo di prova di circa 5 giorni durante il quale si è potuto accertare il corretto funzionamento del comparto hardware e software. I dati acquisiti hanno permesso di ricostruire il tracciato della potenza ricevuta nel sito oggetto di misurazione che ha fornito alcune prime, importanti indicazioni sulle caratteristiche dell’impatto CEM che insiste sulla zona di indagine e che origina dagli impianti per la telefonia ubicati nelle aree limitrofe.  Le principali informazioni che si possono desumere dalla Figura 1, che mostra l’andamento temporale della potenza ricevuta per ogni tecnologia, sono:

  • la tecnologia 4G LTE ha ormai raggiunto una completa maturità che si traduce in una massiccia occupazione dello spazio elettromagnetico a scapito delle altre tecnologie, come evidenziato dal preponderante livello di potenza associato;
  • la rete 5G, di contro, di trova in uno stato embrionale di sviluppo in cui, a fronte della progressiva installazione di nuovi impianti vi è una ancora lenta diffusione di terminali mobili che utilizzano la nuova tecnologia. Tale condizione è pienamente verificata del tracciato di potenza associata al segnale 5G che risulta essere quello meno intenso rispetto alle generazioni tecnologiche precedenti;
  • il tracciato mette in evidenza le caratteristiche peculiari dell’andamento temporale dell’esposizione CEM prodotta da impianti di telefonia mobile, con picchi marcati durante il giorno alternati a periodi di sostanziale inutilizzo durante le ore notturne. La vocazione altamente commerciale e impiegatizia dell’area di indagine risulta evidente se si analizzano i due picchi centrali - corrispondenti al fine settimana – che risultano essere decisamente meno pronunciati rispetto ai corrispettivi picchi registrati durante i giorni feriali.

L’enorme quantità di dati raccolti in tempo reale consentirà inoltre di effettuare elaborate indagini filtrando i diversi contributi a seconda della tecnologia, del gestore e persino dell’orario. Si prenda ad esempio la Figura 2, dove i dati raccolti sono stati elaborati al fine di rappresentare l’andamento elettromagnetico della “giornata tipo”, in cui ogni punto rappresenta il valore della potenza media (per tecnologia) misurata per ciascuna delle 24 ore che compongono la giornata. Una rappresentazione del genere risulta di fondamentale importanza per la corretta stima e il controllo previsionale dell’andamento del fattore a24h, il parametro introdotto dalla normativa italiana con il DM 2 Dicembre 2014 per rappresentare la variabilità temporale dell’emissione degli impianti nell’arco delle 24 ore.

Un grande vantaggio della messa in opera di una simile stazione di monitoraggio in un momento antecedente alla completa maturazione della rete 5G risiede nel fatto che sarà possibile fotografare il punto zero - corrispondente allo stato elettromagnetico preesistente – per poi andare progressivamente ad individuare tutti gli stadi evolutivi dello sviluppo della nuova tecnologia.

L’esperienza che verrà maturata nei mesi a venire con la stazione di Via Boncompagni consentirà all’Agenzia di consolidare le procedure di acquisizione e analisi dei dati, con l’obiettivo di ampliare nel prossimo futuro il numero di stazioni sul territorio regionale e dare vita ad una efficiente rete di monitoraggio CEM.

Altro aspetto “virtuoso” che merita di essere segnalato è che il progetto è stato realizzato interamente a costo zero, utilizzando strumentazione già in dotazione, affiancata a un software sviluppato in-house dai tecnici della sede territoriale di Roma.

Il software, chiamato SearcH24, è stato sviluppato nel 2017 ed è stato presentato al Congresso nazionale 2017 dell’Associazione italiana di radioprotezione (AIRP), riscontrando un ottimo successo. L’articolo che descrive il software SearcH24 è reperibile online al sito degli atti del Convegno: https://www.airp-asso.it/wp-content/uploads/convegni/2017_Salerno/Atti%20Salerno%202017.pdf.