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Radioattività

Monitoraggio del radon nel Lazio

Le attività della campagna di monitoraggio del radon indoor nella regione Lazio sono state svolte nell'ambito di due programmi portati a termine tra il 2003 e il 2011. Nel periodo 2003-2007, l'ISPRA ha realizzato il progetto, finanziato dal MATTM, dal titolo "Qualificazione delle metodologie per la misura delle concentrazioni di radon e per l'individuazione delle zone a maggiore probabilità di alte concentrazioni di radon", nell'ambito della legge 93/2001 che ha visto l'esecuzione di un'indagine pilota sul territorio delle province di Roma e Viterbo. Successivamente, dall'esigenza della Regione Lazio di ottemperare al d.lgs. 241/00, è stata stipulata, nel 2008, tra l' ISPRA e l'ARPA Lazio la "Convenzione per il completamento delle indagini volte alla individuazione delle zone a maggiore probabilità di alte concentrazioni di attività di radon nella regione Lazio", al fine di estendere la campagna di monitoraggio alle restanti province di Frosinone, Latina e Rieti. Di fatto, la metodica eseguita nella seconda indagine è stata ripresa in toto dalla precedente, seppur con alcune differenze dovute alla maturata esperienza acquisita con l'indagine su Roma e Viterbo. Gli obiettivi primari delle indagini sono stati la misurazione della concentrazione di attività di radon indoor presente nelle abitazioni della regione e la classificazione del territorio in zone a maggiore probabilità di alte concentrazioni di radon.

L'indagine sulla presenza di radon nelle cinque province del Lazio ha permesso di raccogliere un insieme di informazioni relative ai diversi aspetti dei problemi connessi all'esposizione al radon. Tali informazioni sono costituite principalmente dai dati anagrafici della famiglia, dalle coordinate geografiche e dai dati di concentrazione di radon. Dei 378 comuni del Lazio, 374 hanno partecipato alle due indagini, con un totale di oltre 5300 abitazioni misurate. Per la misura della concentrazione di radon sono stati utilizzati circa 25.000 rivelatori di tracce nucleari allo stato solido (SSNTD's).

I dati raccolti hanno consentito di elaborare delle cartografie, in termini di probabilità di elevate concentrazioni di radon. I criteri adottati per le elaborazioni cartografiche sono stati scelti in modo arbitrario in assenza di criteri definiti dalla normativa, tenendo, tuttavia, in considerazione le esperienze effettuate in campo internazionale e nazionale.