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Nuove frontiere del monitoraggio ambientale: ARPA Lazio investe sull’integrazione dei dati satellitari

Nei giorni 23 e del 24 settembre 2024 si sono svolte a Roma, presso l’Aula Magna dell’ARPA Lazio, due giornate di formazione tenute dall’ISPRA e rivolte al personale dell’Agenzia interessato all’utilizzo dei dati satellitari – pubblici e gratuiti – forniti dai servizi del Programma UE Copernicus, che spaziano dal monitoraggio dell’ambiente marino, della qualità dell’aria, del territorio e dei cambiamenti climatici ai servizi di emergenza e di sicurezza.

Dopo un’introduzione generale sull’architettura operativa e sugli sviluppi nazionali attuali e futuri del Programma, si è aperto il panorama sull’enorme quantità di dati globali provenienti da satelliti, sui servizi sviluppati per renderli disponibili e funzionali all’impiego in ambito tecnico-scientifico ed istituzionale, nonché un focus mirato sui servizi “Copernicus Land Monitoring Service” (CLMS) e “Climate Change Copernicus Service” (C3S).

Un forte interesse hanno suscitato i casi applicativi riguardanti il monitoraggio idromorfologico dei corpi idrici superficiali, la redazione della Carta nazionale dell’uso e della copertura del suolo, l’individuazione di aree prioritarie di monitoraggio (Coastal zones, N2K, Riparian zones, Urban Atlas).

Il corso, frutto della collaborazione dell’ISPRA con tutte le Agenzie regionali e provinciali per la protezione ambientale, costituisce primo passo per favorire l’utilizzo di metodi, strumenti e prodotti dell’Osservazione della Terra nello svolgimento dei compiti istituzionali affidati al Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA).

Per l’ARPA Lazio si tratta di una strategia già avviata negli ultimi anni con la partecipazione attiva a progetti di ricerca di livello internazionale, nazionale e regionale al fianco di NASA, ASI (Agenzia Spaziale Italiana) ed Università, dove si sperimenta l’integrazione dei dati satellitari con i dati derivanti da misure di campo e dal volo di droni, nonché con la modellistica specifica in uso per l’analisi della dispersione di inquinanti in atmosfera, nell’ambiente marino e nei corpi idrici superficiali.

In questo scenario, l’Agenzia sta investendo anche sulla crescita del proprio know-how tecnico, reclutando personale specializzato dalle Università mediante contratti di apprendistato nel profilo di Collaboratore tecnico professionale – Ingegnere – Osservazione della Terra.

A presto per gli aggiornamenti sulle nuove frontiere del controllo e del monitoraggio ambientale nell’era delle tecnologie digitali e satellitari.

(foto da: www.copernicus.eu/it)

Le attività dell’ARPA Lazio per l’incendio a Fiumicino (Roma)

In relazione all'incendio che si è verificato oggi, 24 settembre 2024, a Fiumicino (RM), presso il cantiere navale in Via Col Moschin, l'ARPA Lazio ha fatto un primo sopralluogo in mattinata e successivamente ha installato un campionatore per il monitoraggio della qualità dell'aria, strumento necessario per verificare l'eventuale presenza in aria di sostanze chimiche inquinanti.

Le procedure standard in occasione di incendi prevedono la ricerca di diossine, IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e PCB (policlorobifenili), in quanto si tratta delle sostanze che generalmente possono formarsi a seguito di eventi di questa natura.

Gli esiti delle analisi vengono tempestivamente condivisi con l’autorità sanitaria e successivamente pubblicati e diffusi attraverso i canali social dell’ARPA Lazio nell'ottica di garantire trasparenza e il più ampio accesso alle informazioni ambientali.

Per indicazioni su questioni di natura sanitaria e su comportamenti da seguire in conseguenza dell'incendio è necessario fare riferimento alle comunicazioni ufficiali di Roma Capitale. 

L'attività di monitoraggio della qualità dell'aria è in corso. Seguiranno schede sintetiche con i risultati delle analisi per le sostanze monitorate. (Foto Vigili del Fuoco)

Le attività dell'ARPA Lazio per l'incendio a Cisterna di Latina

In relazione all'incendio che si è verificato il 7 settembre 2024 in via della Polveriera a Cisterna di Latina, l'ARPA Lazio ha installato un campionatore per il monitoraggio della qualità dell'aria, strumento necessario per verificare l'eventuale presenza in aria di sostanze chimiche inquinanti.

Le procedure standard in occasione di incendi prevedono la ricerca di diossine, IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e PCB (policlorobifenili), in quanto si tratta delle sostanze che generalmente possono formarsi a seguito di eventi di questa natura.

Gli esiti delle analisi vengono tempestivamente condivisi con l’autorità sanitaria e successivamente pubblicati e diffusi attraverso i canali social dell’ARPA Lazio nell'ottica di garantire trasparenza e il più ampio accesso alle informazioni ambientali.

Per indicazioni su questioni di natura sanitaria e su comportamenti da seguire in conseguenza dell'incendio è necessario fare riferimento alle comunicazioni ufficiali del Comune di Cisterna. Qui la più recente a oggi disponibile: https://www.comune.cisterna.latina.it/c059005/zf/index.php/atti-amministrativi/ordinanze/dettaglio/atto/G5mpFNETUaz0-A

L'attività di monitoraggio è conclusa. In allegato, scheda sintetica con i risultati delle analisi per le sostanze monitorate.

Il contributo delle sorgenti emissive al PM10 e al suo potenziale ossidativo nella Valle del Sacco: uno studio ARPA Lazio, CNR e Sapienza

È stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “Urban Climate” un articolo frutto di uno studio condotto nella Valle del Sacco da ARPA Lazio, CNR e Università “La Sapienza” di Roma. L'obiettivo principale dello studio è stato identificare le sorgenti di emissione, il loro contributo alla concentrazione di PM10 e il potenziale impatto sulla salute, in un’area particolarmente critica dal punto di vista della qualità dell’aria.

I campionamenti di PM10 sono stati condotti in 12 siti distribuiti nell’area, la maggior parte dei quali presso le centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria dell’Agenzia, dove sono stati installati campionatori low-cost a basso flusso che consentono di eseguire il monitoraggio del PM in parallelo in numerosi siti e per lunghi periodi di tempo, aumentando la risoluzione spaziale dei dati e mantenendo ridotti i costi operativi e analitici, ma garantendo comunque un’ottima efficienza.

In 18 mesi sono stati raccolti oltre 90 campioni che sono stati analizzati per circa 77 parametri chimici, tra componenti organici, inorganici e altro. È stato inoltre valutato il potenziale ossidativo (OP) del PM10, un indicatore della potenziale tossicità delle polveri.

I risultati hanno evidenziato che, durante l’inverno, il riscaldamento domestico a biomassa è stata la principale sorgente di PM10, mentre in estate ha prevalso la componente legata al suolo, costituita da particelle locali e polveri minerali provenienti da regioni desertiche remote. Inoltre, sia il PM10 proveniente dalla combustione di biomasse che quello emesso dal traffico veicolare esibiscono un potenziale ossidativo decisamente significativo.

L’approccio sperimentale adottato in questo studio si è dimostrato estremamente efficiente nel localizzare le aree critiche di esposizione a diverse sorgenti locali e può essere molto utile per studiare le relazioni tra le fonti di emissione e i dati epidemiologici georeferenziati. L'integrazione tra dati spaziali e misurazioni aumenta la conoscenza delle relazioni tra il potenziale ossidativo e le fonti di emissione locali di polveri sottili in contesti urbani e industriali, supportando così lo sviluppo di strategie di mitigazione dell'inquinamento atmosferico più complete ed efficaci.

Inoltre, in caso di superamento dei valori limite normativi, questo approccio può fornire un supporto per identificare quale fonte sia più prevalente in un'area specifica. I risultati ottenuti forniscono indicazioni utili per la pianificazione di politiche di mitigazione dell'inquinamento atmosferico mirate a gestire la complessità dei contesti urbano-industriali.

L’articolo, in inglese è disponibile per un tempo limitato a questo indirizzo

Le attività dell'ARPA Lazio per l'incendio a Monte Carnevale

In relazione all’incendio che si è verificato in data 29/08/2024 in zona Monte Carnevale (Roma), l'ARPA Lazio ha installato un campionatore per il monitoraggio della qualità dell'aria, strumento necessario per verificare l'eventuale presenza in aria di sostanze chimiche inquinanti.

Le procedure standard in occasione di incendi prevedono la ricerca di diossine, IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e PCB (policlorobifenili), in quanto si tratta delle sostanze che generalmente possono formarsi a seguito di eventi di questa natura.

Gli esiti delle analisi vengono tempestivamente condivisi con l’autorità sanitaria e successivamente pubblicati e diffusi attraverso i canali social dell’ARPA Lazio nell'ottica di garantire trasparenza e il più ampio accesso alle informazioni ambientali.

Per indicazioni su questioni di natura sanitaria e su comportamenti da seguire in conseguenza dell'incendio è necessario fare riferimento alle comunicazioni ufficiali da parte di Roma Capitale. 

L'attività di monitoraggio della qualità dell'aria è conclusa. In allegato, scheda sintetica con i risultati delle analisi per le sostanze monitorate.