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Laghi

Il Lazio è una delle regioni italiane più ricche di corpi idrici lacustri i quali, con la loro superficie, occupano circa l'1,3% dell'intero territorio regionale. I laghi più importanti sono di origine vulcanica, come quello di Bolsena che è il più grande del Lazio e il quinto in Italia, con una superficie 114 kmq, un perimetro di 43 km e una profondità  massima di 151 m. Il lago di Bracciano, situato a nord nei monti Sabatini, è il secondo lago della regione per grandezza, con una superficie di 57,5 kmq e una profondità  massima di 160 m; ha origine da una caldera vulcanica di forma circolare che occupa un insieme di cavità  crateriche dei monti Sabatini ed è alimentato da un modesto bacino imbrifero e da acque sotterranee. Il lago di Vico ha un'estensione di circa 12 kmq, una profondità  massima di 49,5 m e presenta una caratteristica forma a ferro di cavallo dovuta dalla presenza dello sperone del monte Venere, cono vulcanico secondario all'interno del cratere principale che ospita il lago. Altri importanti bacini di origine vulcanica sono i laghi di Albano e Nemi. Il lago del Turano, invece, è un grande bacino artificiale creato nel 1939 con lo sbarramento dell'omonimo fiume.

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Legenda

  • Rete di monitoraggio fiumi Rete di monitoraggio fiumi

  • Fiume fiumi

  • LagoLago

  • Bacino Idrografico Bacino Idrografico

  • Confini provinciali Confini provinciali

Laghi

La rete di monitoraggio per la classificazione dello stato di qualità  ambientale dei laghi della regione Lazio, stabilita per il sessennio, interessa 14 corpi lacustri: Bolsena, Vico, Mezzano, Lungo, Ripasottile, Salto, Scandarello, Turano, Ventina, Albano, Nemi, Martignano, Bracciano, Canterno. Tali corpi idrici vengono costantemente monitorati dall'ARPA Lazio attraverso campionamenti e analisi di tipo biologico e chimico-fisico al fine di esprimere un giudizio di qualità  sul loro stato ambientale e verificare il rispetto della normativa vigente.

Rete di monitoraggio

Gli indicatori ambientali di riferimento per la valutazione dello stato ecologico previsti dal Decreto 260/2010, sono:

  • Indicatori biologici (fitoplancton, macrofite, macroinvertebrati e pesci) il cui monitoraggio è pianificato in modo differente per ogni stazione;
  • Elementi di qualità  fisico - chimica a sostegno: LTLeco (Livello Trofico Laghi per lo stato ecologico);
  • Elementi chimici a sostegno (altre sostanze non appartenenti all'elenco di priorità ).

Tali indici sono classificati secondo cinque classi di qualità : "Elevato", "Buono", "Sufficiente", "Scarso" e "Cattivo" ad eccezione degli elementi chimici a sostegno il cui stato è espresso da "Elevato", "Buono" e "Sufficiente".

Gli indicatori ambientali di riferimento per la valutazione dello stato chimico, secondo quanto previsto dal 152/2006 e s.m.i. sono:

  • L'indice chimico basato sulla presenza di sostanze inquinanti di natura pericolosa e persistenti nella matrice acqua
  • L'indice chimico basato sulla presenza di sostanze inquinanti di natura pericolosa e persistenti nella matrice pesci

L'indice di stato chimico è basato sulla valutazione di sostanze inquinanti di natura pericolosa e persistenti nella matrice acqua con livelli di concentrazione superiore agli Standard di Qualità  Ambientale stabiliti dal D.lgs. 172 del 2015. Le concentrazioni delle sostanze riportate nel Decreto sono definite dagli standard di qualità  ambientale (SQA) espressi come valori medi annui (SQA-MA) e come concentrazioni massime ammissibili (SQA_CMA), fissati dalla tabella 1/A del DM 260/2010. Per i laghi la concentrazione media annua è calcolata a partire dalle medie dei valori misurati sui campioni raccolti lungo la colonna d'acqua in ciascuna data di monitoraggio. I corpi idrici che soddisfano tutti gli standard di qualità  ambientale stabiliti per ciascuna delle sostanze dell'elenco di priorità  vengono classificati nello stato chimico "buono". In caso di superamento degli standard di qualità  ambientale, anche per un solo anno del triennio o e anche per una sola sostanza ricercata, il corpo idrico lacustre è classificato come "non buono" per lo stato chimico.